I liberi professionisti e i lavoratori autonomi si occupano in prima persona dei contributi previdenziali e della loro pensione. Tuttavia, spesso la pensione per queste figure rappresenta un’incognita e diventa necessario per i liberi professionisti iscriversi ad un fondo pensione complementare.
I titolari di Partita Iva non hanno un datore di lavoro che, in quanto sostituto d’imposta, versa i contributi al posto loro. Al contrario, periodicamente sono tenuti a versare all’Inps o al proprio albo professionale i contributi che andranno a comporre la loro pensione futura.
Ma come funziona il fondo pensione per liberi professionisti? In questo articolo vedremo quali sono le principali caratteristi dei fondi pensione per lavoratori autonomi e i vantaggi.
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Come funziona la pensione dei liberi professionisti?
I liberi professionisti e i lavoratori autonomi dotati di Partita Iva vanno in pensione proprio come i lavoratori dipendenti. Tuttavia, per capire come funziona la pensione in questi casi è necessario distinguere tre casi:
- I professionisti iscritti all’albo professionale di appartenenza;
- I lavoratori autonomi senza una cassa previdenziale;
- Gli imprenditori individuali.
Fatta questa distinzione vediamo come funziona il pensionamento per le tre categorie.
La pensione per i professionisti iscritti all’albo
Vi sono professionisti che per poter esercitare la professione devono obbligatoriamente aver effettuato l’iscrizione all’Albo e alla Cassa Pensionistica di categoria, o ad un ente autonomo che gestisce tutti gli aspetti previdenziali e assistenziali. Pur essendo private, perseguono finalità di interesse pubblico, al pari dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, l’INPS.
Nonostante ogni Cassa abbia il proprio regolamento, in generale i contributi vengono versati dai professionisti periodicamente e calcolati in base al reddito. Il modello di funzionamento è a ripartizione. Ciò significa le pensioni erogate sono pagate con i contributi di chi è in servizio.
Ogni Cassa stabilisce, poi, l’età minima pensionabile, l’ammontare della contribuzione e i requisiti.
La pensione per i lavoratori autonomi senza Cassa
I lavoratori autonomi senza Cassa Previdenziale devono iscriversi alla Gestione Separata INPS.
Per il 2022 la pensione di vecchiaia viene riconosciuta dall’INPS agli iscritti alla Gestione Separata che abbiano raggiunto i 67 anni di età e i 20 anni di contributi, sia per uomini che per donne. Invece, per la pensione anticipata, i requisiti sono:
- 41 anni e 10 mesi di contribuzione per le donne;
- 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini.
In più, fino alla fine del 2022, gli iscritti alla Gestione Separata possono andare in pensione con la cosiddetta “quota 102”, vale a dire con 64 anni di età e 38 anni di contributi.
I professionisti devono versare i contributi in base al reddito e all’aliquota. Quest’ultima per il 2022 ammonta a:
- 35,03% per collaboratori e figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL;
- 33,72% per collaboratori e figure assimilate non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie per i quali non è prevista la contribuzione aggiuntiva DIS-COLL;
- 26,23% per professionisti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie;
- 24% per professionisti o collaboratori provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria.
La pensione per gli imprenditori individuali
Gli imprenditori individuali devono iscriversi alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS.
In questo caso le aliquote per il calcolo dei contributi sono:
- Artigiani 24%, Commercianti 24,09% fino a 47.143,00 euro di reddito;
- Artigiani 25%, Commercianti 25,09% oltre 47.143,00 euro di reddito.
Il contributo minimo è quello calcolato su un reddito di 15.878,00 euro, di conseguenza ammonta :
- 818,16 euro per gli artigiani;
- 832,45 euro per i commercianti.
I requisiti per andare in pensiona sono gli stessi di quelli che abbiamo visto per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS.
Fondo pensione per liberi professionisti: la pensione integrativa
I liberi professionisti e i lavoratori autonomi in genere si ritrovano a dover andare in pensione più tardi e a ricevere una pensione più bassa. Il gap dall’ultimo stipendio alla pensione diventa, quindi, molto ampio.
Per colmare tale gap una soluzione è quella di iscriversi ad un fondo di previdenza complementare.
I benefici dei fondi pensione integrativi non sono pochi, e sono particolarmente vantaggiosi per i titolari di Partita Iva. Riassumiamo tali vantaggi con il seguente elenco:
- Flessibilità di decidere quanto versare e quando;
- Possibilità di sospendere i versamenti;
- Riscatto anticipato in base al regolamento del fondo pensione;
- Integrare il gap per vivere più serenamente;
- La tassazione dei rendimenti e sul pagamento della pensione complementare pari al 15% diminuisce annualmente dello 0,30% fino ad arrivare al 9% dopo 36 anni;
- Possibilità di dedurre i contributi annualmente fino a 5.164,57 euro.
Rispetto ai lavoratori dipendenti, i titolari di Partita Iva ricevono in media un assegno previdenziale compreso tra il 30% ed il 45% dell’ultimo stipendio percepito. Una percentuale molto più bassa di un lavoratore dipendente.
Di conseguenza, per i liberi professionisti e i lavoratori autonomi l’iscrizione ad un fondo pensione di previdenza complementare spesso si traduce in una scelta non facoltativa ma obbligatoria.